L'invito è arrivato qui in ufficio una settimana fa, per telefono,
mentre HB ed io cercavamo di far quadrare i conti
usando qualche virgola, un po' d'inchiostro e tanta immaginazione.
Una voce di donna attraverso il capolavoro di Meucci.
Ho inserito il viva voce.
Ho inserito un caricatore nella mia pistola.
La donna parlava a nome anche del marito, una coppia che conosco bene, sposata da qualche
anno. Lei è un'ottima cuoca ed è in possesso di un paio di gambe da perderci la ragione.
Lui è un buon conversatore, amante della musica blues e di Dalì (che insieme non c'entrano
un cazzo, ma ognuno se le sceglie da sè le proprie passioni, dopotutto)
La donna mi dice ch'è un bel pezzo che non mi faccio vivo, ecco il motivo della
telefonata e dell'invito a cena.
HB si è stretto nelle spalle, accendendosi una sigaretta e chiudendo sotto una riga nera
i conti di Novembre.
"Vogliamo anche mostrarti il nostro ultimo acquisto" ha detto la donna.
Pensavo un nuovo televisore, un divano o un vibratore a doppia testa.
"No, no," ha detto ridendo, "Niente del genere. Abbiamo adottato un ragazzino".
Mi ha spiegato che di figli naturali non ne possono avere, perché lui non ha abbastanza spermatozoii
o se li ha sono troppo freddi o nel posto sbagliato, una cosa del genere. Il ragazzino ha già
otto anni,ma con quelli grandicelli è più facile - mi ha spiegato - perché quando sono un po'
cresciuti non se li piglia nessuno. Loro invece sono molto felici. E ha ritemuto di dovermi
avvisare di un particolare.
"E' di colore".
"Di quale colore?" ho domandato.
"Nero. Tendente al viola, se la luce cade in un certo modo".
Li conosco, quei due. Finti impegnati e intellettuali di ritorno. Facile che l'abbiano scelto
perché faceva pendant con la tappezzeria. Ma devo ammettere che con me sono sempre molto
gentili...
Ho riagganciato.
"Amici tuoi?" ha domandato HB.
"Una versione riveduta e corretta".
"Ti serve una copertura?"
"Speriamo di no".
° ° °
Così siamo a tavola. Cibi buoni e vino come piovesse.
Lei indossa scampoli di stoffa nei punti strategici, come se il suo florido corpo se ne stesse
in agguato dietro un sipario in attesa che lo spettacolo raggiunga il climax. Lui non sa di
niente come al solito, ma è un buon cristiano, sempre pronto a darti una mano (perché tu
gliela possa baciare...)
Per tutta la cena non si parla d'altro che di arte e bambini, due degli argomenti che detesto
di più, ma in fin dei conti sono solo un ospite.
"Ruben è un ragazzino molto intelligente" fa lui, "Ne ha viste di tutti i colori, prima di
arrivare qui".
"Anch'io" gli dico, "Non hai idea del traffico che c'è là fuori stasera".
Lei ride. Lei va matta per il mio cinismo. Forse è per questo - penso - che non perde occasione
per mostrarmi le gambe.
"E non sai la fortuna," insiste lui, "nell'averlo preso di colore..."
Prima che io possa chiedere spiegazioni, lei si è alzata venendomi accanto, premendo forte
una gamba contro il mio fianco, come uno splendido fucile a tracolla che deve aver fatto fuori
già un bel po' di uomini, prima di questo. "Ho sentito del locale che hai aperto coi tuoi
soci" mi dice, "E delle feste e le serate che organizzate...Non è che hai un invito anche per
noi?"
"Adesso il ragazzino dov'è?" chiedo, tirando fuori da una tasca 2 inviti firmati da HB.
"E' fuori in giardino" mi risponde l'uomo a cui un giorno quelle gambe risulteranno in un modo
o nell'altro fatali.
E' mezzanotte passata. "A quest'ora?!"
"Beh,sai...Sta montando la guardia"
Forse ho capito male. Ma lui sorride e dice: "Gioca al soldato che presidia il Forte. Sta su
tutta la notte e se vede o sente qualcosa di strano o di sospetto, ci avvisa subito. Giuro che
come sistema d'allarme è il massimo..."
Mi spiega che la mattina va a scuola, quando torna fa i suoi compiti e poi dritto a dormire,
per montare la guardia appena scende il buio.
"Puoi vederlo coi tuoi occhi, se non mi credi".
° ° °
E là fuori, nell'immensa distesa verde che chiamano giardino, m'indica una macchia scura
rannicchiata alla base di un grande albero.
"Abbiamo paura che aggirandosi al buio possa farsi male" mi dice l'uomo, "Così preferiamo
prendere le nostre precauzioni. In questo modo, lui è più sicuro e noi più tranquilli, no?"
Infatti, c'è un anello attaccato al tronco dell'albero e attaccato all'anello comincia una
catena che si chiude intorno ad una delle caviglie del ragazzo.
"Per lui è tutto un gioco," dice il padre, "E in più sai cos'abbiamo scoperto?"
"Che se vi beccano finite dentro minimo quindici anni?"
"No, che la catena è utile anche per un'altra ragione. Prima, quand'era senza, si limitava a
gridare. Con quella, invece, canta. E canta il blues, capisci? Non so come sia possibile ma
ti assicuro ch'è come dico! E pensaci: nessun malintenzionato se l'aspetterebbe. L'effetto
sorpresa è assicurato!"
Mi sembra uno scherzo, nemmeno troppo divertente, ma lui mi dà di gomito dicendo:"Su, fa'
qualcosa...Fa' un po' di rumore...Fa' qualcosa, dài..."
Potrei picchiare questo pezzo di merda,penso. Ma se lo faccio, addio gambe della gentile
consorte. Così mi limito a trafficare col fogliame di una siepe, raschio un po' con la gola,
mi accendo una sigaretta e soffio forte il fumo contro il buio della notte,e dopo alcuni secondi
il ragazzo seduto contro il tronco dell'albero attacca a cantare a squarciagola.
"Questa è This is my Apartment, di Sonny Boy Williamson" dice suo padre, "Forte,eh?"
E il ragazzo continua a cantare anche mentre la sigaretta mi sfugge di mano, come un peso
eccessivo da sostenere...
Quando rientriamo,la moglie sta versando della grappa in piccoli, deliziosi bicchieri di
vetro azzurro. "Visto che roba?" dice.
"Ho visto, ho visto," rispondo, lumandole le cosce di porcellana purissima, "Da non credere".
"Lo dirai a qualcuno?"
"Perché?" dico, tentando di sbirciarle su per la gonna,"Forse dovrei? E poi...chi mi
crederebbe?"
Lei sorride, sollevando un bicchierino per il brindisi. "Grazie" mi dice.
"E per cosa?"
"Beh, per gli inviti. Per cosa se no?"
° ° °
Stasera, entrando nel locale, Dietmar mi ha consegnato una busta.
Una busta postale, di quelle imbottite.
Ora è qui, sul tavolo dell'ufficio, ancora sigillata.
HB sta sorseggiando dello scotch, sorridendo con un angolo della bocca.
"Non mi hai ancora detto com'è andata quella cena" dice.
"Diciamo che non accetterò più un invito senza essere armato"
"E questa?" chiede alludendo alla busta.
"Aprila pure"
HB la apre.
Contiene un cd e un biglietto scritto a mano.
"Devo leggertelo?"
"Lascia perdere. Quella che roba è?"
HB si avvicina al nostro stereo, infila il cd e la musica parte.
Indovinate?
Bravo è bravo. Ma continuo a preferire il jazz.
mentre HB ed io cercavamo di far quadrare i conti
usando qualche virgola, un po' d'inchiostro e tanta immaginazione.
Una voce di donna attraverso il capolavoro di Meucci.
Ho inserito il viva voce.
Ho inserito un caricatore nella mia pistola.
La donna parlava a nome anche del marito, una coppia che conosco bene, sposata da qualche
anno. Lei è un'ottima cuoca ed è in possesso di un paio di gambe da perderci la ragione.
Lui è un buon conversatore, amante della musica blues e di Dalì (che insieme non c'entrano
un cazzo, ma ognuno se le sceglie da sè le proprie passioni, dopotutto)
La donna mi dice ch'è un bel pezzo che non mi faccio vivo, ecco il motivo della
telefonata e dell'invito a cena.
HB si è stretto nelle spalle, accendendosi una sigaretta e chiudendo sotto una riga nera
i conti di Novembre.
"Vogliamo anche mostrarti il nostro ultimo acquisto" ha detto la donna.
Pensavo un nuovo televisore, un divano o un vibratore a doppia testa.
"No, no," ha detto ridendo, "Niente del genere. Abbiamo adottato un ragazzino".
Mi ha spiegato che di figli naturali non ne possono avere, perché lui non ha abbastanza spermatozoii
o se li ha sono troppo freddi o nel posto sbagliato, una cosa del genere. Il ragazzino ha già
otto anni,ma con quelli grandicelli è più facile - mi ha spiegato - perché quando sono un po'
cresciuti non se li piglia nessuno. Loro invece sono molto felici. E ha ritemuto di dovermi
avvisare di un particolare.
"E' di colore".
"Di quale colore?" ho domandato.
"Nero. Tendente al viola, se la luce cade in un certo modo".
Li conosco, quei due. Finti impegnati e intellettuali di ritorno. Facile che l'abbiano scelto
perché faceva pendant con la tappezzeria. Ma devo ammettere che con me sono sempre molto
gentili...
Ho riagganciato.
"Amici tuoi?" ha domandato HB.
"Una versione riveduta e corretta".
"Ti serve una copertura?"
"Speriamo di no".
° ° °
Così siamo a tavola. Cibi buoni e vino come piovesse.
Lei indossa scampoli di stoffa nei punti strategici, come se il suo florido corpo se ne stesse
in agguato dietro un sipario in attesa che lo spettacolo raggiunga il climax. Lui non sa di
niente come al solito, ma è un buon cristiano, sempre pronto a darti una mano (perché tu
gliela possa baciare...)
Per tutta la cena non si parla d'altro che di arte e bambini, due degli argomenti che detesto
di più, ma in fin dei conti sono solo un ospite.
"Ruben è un ragazzino molto intelligente" fa lui, "Ne ha viste di tutti i colori, prima di
arrivare qui".
"Anch'io" gli dico, "Non hai idea del traffico che c'è là fuori stasera".
Lei ride. Lei va matta per il mio cinismo. Forse è per questo - penso - che non perde occasione
per mostrarmi le gambe.
"E non sai la fortuna," insiste lui, "nell'averlo preso di colore..."
Prima che io possa chiedere spiegazioni, lei si è alzata venendomi accanto, premendo forte
una gamba contro il mio fianco, come uno splendido fucile a tracolla che deve aver fatto fuori
già un bel po' di uomini, prima di questo. "Ho sentito del locale che hai aperto coi tuoi
soci" mi dice, "E delle feste e le serate che organizzate...Non è che hai un invito anche per
noi?"
"Adesso il ragazzino dov'è?" chiedo, tirando fuori da una tasca 2 inviti firmati da HB.
"E' fuori in giardino" mi risponde l'uomo a cui un giorno quelle gambe risulteranno in un modo
o nell'altro fatali.
E' mezzanotte passata. "A quest'ora?!"
"Beh,sai...Sta montando la guardia"
Forse ho capito male. Ma lui sorride e dice: "Gioca al soldato che presidia il Forte. Sta su
tutta la notte e se vede o sente qualcosa di strano o di sospetto, ci avvisa subito. Giuro che
come sistema d'allarme è il massimo..."
Mi spiega che la mattina va a scuola, quando torna fa i suoi compiti e poi dritto a dormire,
per montare la guardia appena scende il buio.
"Puoi vederlo coi tuoi occhi, se non mi credi".
° ° °
E là fuori, nell'immensa distesa verde che chiamano giardino, m'indica una macchia scura
rannicchiata alla base di un grande albero.
"Abbiamo paura che aggirandosi al buio possa farsi male" mi dice l'uomo, "Così preferiamo
prendere le nostre precauzioni. In questo modo, lui è più sicuro e noi più tranquilli, no?"
Infatti, c'è un anello attaccato al tronco dell'albero e attaccato all'anello comincia una
catena che si chiude intorno ad una delle caviglie del ragazzo.
"Per lui è tutto un gioco," dice il padre, "E in più sai cos'abbiamo scoperto?"
"Che se vi beccano finite dentro minimo quindici anni?"
"No, che la catena è utile anche per un'altra ragione. Prima, quand'era senza, si limitava a
gridare. Con quella, invece, canta. E canta il blues, capisci? Non so come sia possibile ma
ti assicuro ch'è come dico! E pensaci: nessun malintenzionato se l'aspetterebbe. L'effetto
sorpresa è assicurato!"
Mi sembra uno scherzo, nemmeno troppo divertente, ma lui mi dà di gomito dicendo:"Su, fa'
qualcosa...Fa' un po' di rumore...Fa' qualcosa, dài..."
Potrei picchiare questo pezzo di merda,penso. Ma se lo faccio, addio gambe della gentile
consorte. Così mi limito a trafficare col fogliame di una siepe, raschio un po' con la gola,
mi accendo una sigaretta e soffio forte il fumo contro il buio della notte,e dopo alcuni secondi
il ragazzo seduto contro il tronco dell'albero attacca a cantare a squarciagola.
"Questa è This is my Apartment, di Sonny Boy Williamson" dice suo padre, "Forte,eh?"
E il ragazzo continua a cantare anche mentre la sigaretta mi sfugge di mano, come un peso
eccessivo da sostenere...
Quando rientriamo,la moglie sta versando della grappa in piccoli, deliziosi bicchieri di
vetro azzurro. "Visto che roba?" dice.
"Ho visto, ho visto," rispondo, lumandole le cosce di porcellana purissima, "Da non credere".
"Lo dirai a qualcuno?"
"Perché?" dico, tentando di sbirciarle su per la gonna,"Forse dovrei? E poi...chi mi
crederebbe?"
Lei sorride, sollevando un bicchierino per il brindisi. "Grazie" mi dice.
"E per cosa?"
"Beh, per gli inviti. Per cosa se no?"
° ° °
Stasera, entrando nel locale, Dietmar mi ha consegnato una busta.
Una busta postale, di quelle imbottite.
Ora è qui, sul tavolo dell'ufficio, ancora sigillata.
HB sta sorseggiando dello scotch, sorridendo con un angolo della bocca.
"Non mi hai ancora detto com'è andata quella cena" dice.
"Diciamo che non accetterò più un invito senza essere armato"
"E questa?" chiede alludendo alla busta.
"Aprila pure"
HB la apre.
Contiene un cd e un biglietto scritto a mano.
"Devo leggertelo?"
"Lascia perdere. Quella che roba è?"
HB si avvicina al nostro stereo, infila il cd e la musica parte.
Indovinate?
Bravo è bravo. Ma continuo a preferire il jazz.


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