Come seconda cosa mi domanda
di Lilith.
"Credevo d'aver capito che fossi qui per un lavoro"
"Sì, signore" mi risponde, "So che è Lei ad occuparsi dei provini".
"Tu cosa sai fare?"
La mezzanotte si avvicina, anche qui in ufficio.
Sento la musica di là nel locale
saltellare su e giù come se gli scappasse da pisciare.
Una musica buona per riempire gli spazi
e le frasi lasciate in sospeso...
"Da dove salti fuori?" domando
"Beh, ho bazzicato qualche forum, in giro qua e là. Ma non erano
lo stesso che qui"
"Ti credo sulla parola"
Mi accendo una sigaretta.
Ne offro una all'uomo che mi siede difronte.
L'osservo mentre se l'accende,
indeciso se avvicinare la fiamma alla sigaretta
o viceversa.
"Non eri costretto ad accettarla" gli dico, "Qui dentro
non costringiamo nessuno a fare qualcosa che non voglia fare.
Nemmeno ad entrare"
Mi verso un goccio di bourbon.
Ne verso due dita in un bicchiere opaco
che allungo verso il mio ospite.
L'osservo mentre l'afferra con la mano libera,
come se stesse per stringere
il cuore di sua madre.
"Non mi hai ancora detto cosa sai fare" gli dico.
"Sono un musicista" risponde, cercando di trattenere
un colpo di tosse.
"E' una bella cosa. Brindiamoci su"
Vuoto il mio bicchiere.
L'uomo vuota il suo.
E pochi istanti dopo,
lo sento vomitare nel bagno padronale.
"TUTTO BENE, LA' DENTRO?" domando alzando la voce,
"SBRIGATI, ABBIAMO QUASI FINITO".
Apro un cassetto della scrivania.
Tiro fuori la mia rivoltella e l'appoggio
sul tavolo accanto al posacenere.
Hanno ragione, i miei soci:
il pozzo dei desideri è pieno d'acqua
ma tutt'intorno la gente
non fa che accorrere e accalcarsi
con la scusa della sete.
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