mercoledì 13 febbraio 2008

SAMIZDAT n°13 (ovvero SZ Spleen)

Ippocrate sosteneva ch'è tutta colpa
della milza.


Quello che so, è che la notte là fuori
somiglia a un caffè ormai freddo,
ad un armadio vuoto
pieno di abiti che da un pezzo hai smesso
d'indossare.


Ho sdraiato un po' d'alcol in un bicchiere,
sono scivolato tra i tavoli,
orgoglioso dei miei soci, contento degli amici,
ho detto al nostro Dietmar:
"Offri da bere a Pizellonio. Era da tanto che
non vedevo le nostre ragazze
divertirsi così di gusto
".


Ippocrate diceva che la colpa
è della milza.


Quando sono rientrato in ufficio
c'era una donna ad aspettarmi,
seduta in poltrona.


"Sapevo,che mi avresti trovato anche qui" le ho detto.


Lei ha accennato un sorriso, accavallando le gambe
molto in alto. "Io so sempre, dove trovarti.Ma ti assicuro che
vorrei smettere di farlo
"


"E lasciarmi così tutto solo?" ho ribattuto con un ghigno.


"La peggior forma di solitudine" ha detto,
"E' non riuscire più ad ascoltare gli altri".


Ippocrate avrebbe
giurato
che dipende tutto
dalla milza.


Io ho finito
il mio bicchiere
e la poltrona davanti a me
era vuota,
perché la malinconia
è davvero un'amante
infedele.


A volte è così che va, come stanotte...



I pensieri sono cani bagnati di pioggia
immobili e silenziosi come
lapidi sotto la luna.


Dopotutto, che ne poteva sapere
Ippocrate?


Che ne possono sapere
le tue ossa stirate per il lungo?


Cristo aveva almeno
i suoi miracoli


ma sono bastati
3 chiodi
per
fermarlo.

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