sabato 2 febbraio 2008

Il matrimonio della carne (parte seconda)

Alois, il mio macellaio, dice sempre che la sua fidanzata ha una visione del matrimonio pari a quella che aveva Hitler della Germania. Qualcosa che, con le dovute misure,durerebbe almeno 1000 anni.


"Tra l'altro è convinta che il matrimonio sia una specie di unione metafisica" dice.


"Tu non la pensi così?"


"Se penso ai miei genitori, mi viene in mente più un'associazione a delinquere"


Alois è il mio macellaio di fiducia. Noi clienti più affezionati lo chiamiamo "Il solista del batticarne".



"E' il concetto di famiglia, capisci?" ripete spesso, mentre il suo coltello fende la carne come la prua di una nave contro un mare cattivo, "La sua convinzione è che una famiglia possa essere rifugio e riparo, qualcosa in grado di elevarti ad un famigerato livello superiore..."


"Sì, capisco" gli ho detto, "Sembra di sentir parlare Charles Manson".


Alois è il quarto figlio di una famiglia numerosa il cui unico e solo imperativo è stato perpetuare la specie. A volte ho il sospetto che, mentre lavora, la carne che maneggia possa avere ai suoi occhi un nome e un cognome.


"Stammi bene a sentire:" mi ha detto l'ultima volta, "La famiglia è una specie di missione nello spazio e nel tempo, un viaggio verso galassie oscure e sconosciute che potrebbero nascondere ogni genere d'insidia. E' così che la vedo. Sbaglio?"


"Non so che dirti" ho risposto, "Non sono molto ferrato, in materia"


"Sai, non è mica il viaggio a preoccuparmi" mi ha detto.


"La possibile mancanza d'ossigeno?" ho provato.


Alois ha scosso la testa.


"Il fattore 'tempo'?"


Alois ha scosso la testa un'altra volta, mentre si puliva il sangue sul grembiule.


"Il senso di vuoto? La sensazione di una vertigine infinita?"


Il mio macellaio ha sorriso, staccando un quarto di manzo da un gancio nello stesso modo in cui chiunque di noi tirerebbe fuori una camicia da un armadio.


"La cosa che mi spaventa," ha detto, "E' l'equipaggio. E se poi ci scappa un ammutinamento?"

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