Immagina una casa.
Immagina che questa casa
non abbia porte né finestre
né soffitti o pavimenti
e nonostante questo
sia davvero una casa
Immagina che in questa casa
succeda un po' di tutto
e specialmente
che quasi tutto possa
succedervi
Immagina che di questa casa
esista solo un'insegna, un'indicazione,
un nome o numero che possa
identificarla, insomma qualcosa in grado
di condurti fino ad essa
Immagina adesso che tu
in qualche modo e per qualche ragione
riesca a raggiungerla
decidendo di entrarvi,
ok?
Immagina che una volta entrato
qualcuno ti suggerisca
dove andare, cosa fare, come muoverti,
mentre altri se ne stanno lì impassibili
in attesa che tu lo faccia
Immagina che in questa casa
le persone siano tutt'uno con le loro voci
e le cose che vedi
curiosamente reali e impalpabili
allo stesso tempo
Immagina però che il tempo
in questa casa
segua regole particolari
che sfuggono alla logica
come le frasi di certe donne
Immagina a questo punto
che questa casa poggi su solide fondamenta
un pezzo delle quali potresti anche
essere
tu...
Riesci ad immaginare
cosa cazzo accadrebbe
se un giorno queste fondamenta dovessero
cedere e magari
a causa tua?
"Credo abbia capito" ho detto.
HB ha soriso in quel suo modo particolare,
quel modo che a molte donne ricorda
perché siano ancora eterosessuali.
"Non ti ho mica spaventato, vero?"
ha domandato il mio socio.
Il tizio legato alla sedia
ha scosso la testa in silenzio,
asciugandosi con la lingua
il sudore dal labbro superiore.
"Bene" ha detto HB, "Molto bene,
nuovo utente numero tot. Credo che adesso
potremmo anche tornare di sopra e berci qualcosa".
Mi sono alzato in piedi,
strofinando un fiammifero contro la parete,
accendendomi una sigaretta.
"Andiamo pure, socio. Il lato peggiore di certi lavori
è che ti mette addosso
una sete boia".
giovedì 21 febbraio 2008
mercoledì 13 febbraio 2008
SAMIZDAT n°13 (ovvero SZ Spleen)
Ippocrate sosteneva ch'è tutta colpa
della milza.
Quello che so, è che la notte là fuori
somiglia a un caffè ormai freddo,
ad un armadio vuoto
pieno di abiti che da un pezzo hai smesso
d'indossare.
Ho sdraiato un po' d'alcol in un bicchiere,
sono scivolato tra i tavoli,
orgoglioso dei miei soci, contento degli amici,
ho detto al nostro Dietmar:
"Offri da bere a Pizellonio. Era da tanto che
non vedevo le nostre ragazze
divertirsi così di gusto".
Ippocrate diceva che la colpa
è della milza.
Quando sono rientrato in ufficio
c'era una donna ad aspettarmi,
seduta in poltrona.
"Sapevo,che mi avresti trovato anche qui" le ho detto.
Lei ha accennato un sorriso, accavallando le gambe
molto in alto. "Io so sempre, dove trovarti.Ma ti assicuro che
vorrei smettere di farlo"
"E lasciarmi così tutto solo?" ho ribattuto con un ghigno.
"La peggior forma di solitudine" ha detto,
"E' non riuscire più ad ascoltare gli altri".
Ippocrate avrebbe
giurato
che dipende tutto
dalla milza.
Io ho finito
il mio bicchiere
e la poltrona davanti a me
era vuota,
perché la malinconia
è davvero un'amante
infedele.
A volte è così che va, come stanotte...
I pensieri sono cani bagnati di pioggia
immobili e silenziosi come
lapidi sotto la luna.
Dopotutto, che ne poteva sapere
Ippocrate?
Che ne possono sapere
le tue ossa stirate per il lungo?
Cristo aveva almeno
i suoi miracoli
ma sono bastati
3 chiodi
per
fermarlo.
della milza.
Quello che so, è che la notte là fuori
somiglia a un caffè ormai freddo,
ad un armadio vuoto
pieno di abiti che da un pezzo hai smesso
d'indossare.
Ho sdraiato un po' d'alcol in un bicchiere,
sono scivolato tra i tavoli,
orgoglioso dei miei soci, contento degli amici,
ho detto al nostro Dietmar:
"Offri da bere a Pizellonio. Era da tanto che
non vedevo le nostre ragazze
divertirsi così di gusto".
Ippocrate diceva che la colpa
è della milza.
Quando sono rientrato in ufficio
c'era una donna ad aspettarmi,
seduta in poltrona.
"Sapevo,che mi avresti trovato anche qui" le ho detto.
Lei ha accennato un sorriso, accavallando le gambe
molto in alto. "Io so sempre, dove trovarti.Ma ti assicuro che
vorrei smettere di farlo"
"E lasciarmi così tutto solo?" ho ribattuto con un ghigno.
"La peggior forma di solitudine" ha detto,
"E' non riuscire più ad ascoltare gli altri".
Ippocrate avrebbe
giurato
che dipende tutto
dalla milza.
Io ho finito
il mio bicchiere
e la poltrona davanti a me
era vuota,
perché la malinconia
è davvero un'amante
infedele.
A volte è così che va, come stanotte...
I pensieri sono cani bagnati di pioggia
immobili e silenziosi come
lapidi sotto la luna.
Dopotutto, che ne poteva sapere
Ippocrate?
Che ne possono sapere
le tue ossa stirate per il lungo?
Cristo aveva almeno
i suoi miracoli
ma sono bastati
3 chiodi
per
fermarlo.
lunedì 4 febbraio 2008
SAMIZDAT n°12 (ovvero ISP,Danny, ISP)
HB ed io lo abbiamo accompagnato nel vicolo sul retro.
Dovrei dire 'trascinato', ma non lo dico.
A volte succede, e in questi casi è come
rimettere l'orologio all'ora giusta,
accorciare le distanze tra te e la verità,
come se stessi temperando una matita.
Ho visto la sagoma di Canella
in piedi dietro la finestra dell'ufficio.
Ho sentito Facciuomo ridere insieme a Philippe.
Nik e Docu brindare a qualcosa che sembrava
renderli felici.
Berlino sedeva al suo tavolo e a quel tavolo
ogni bicchiere raccontava una storia,
mentre alcuni nuovi forumisti
aprivano la porta dei loro topic per
guardare cosa stesse succedendo...
Il tizio continuava a ripetere "Perché?!...Perché?!..."
"Perché costruiamo porte affinché qualcuno
venga a bussarci" ho detto,
"E ponti,per raggiungere qualcuno che
dietro una porta chiusa aspetta
di sentircelo fare."
Il tizio continuava a ripetere "No,per favore!...No, per favore!..."
"L’uomo ammaestra le tigri perché saltino
attraverso anelli infuocati, non lo sapevi?" ha detto HB,
"E in realtà il nostro applauso consola
la sua incapacità ad ammaestrare il fuoco"
Il tizio continuava a non capire.
"E tutta quell'altra gente che per la strada
evita gli sconosciuti" ho aggiunto,
"E poi paga per mettere
un annuncio su un giornale porno
promettendo in cambio di una buona frustata
quel po’ di culo
e di anima
rimastagli"
Il tizio è caduto in ginocchio,
mentre la luna trasformava le sue lacrime
in diamanti.
"Quando non vogliono capire," ha detto HB
estraendo il coltello, "Giuro che mi si stringe
il cuore..."
"Lo so," ho detto io, "Ma conosci un'altra soluzione?"
A volte succede, e in questi casi
la verità è qualcuno che ti batte sulla spalla
sorridendo come un suonatore di banjo impazzito.
Il ventre di quel poveraccio si è aperto intorno al coltello
come un sacchetto di carne guasta.
La luna splendeva,il buio sembrava
il dorso di un puma dormiente.
"Torniamo dentro" ha detto HB, pulendo il coltello.
L'ho seguito.
Sulla porta, Danny fumava tranquillo.
Ce l'ha tenuta aperta, lasciandoci passare,
mentre chiedeva "Credete che tornerà?"
"Lui no di certo" ho risposto,
"Ma chiunque si sia preso la tua ispirazione
ha ricevuto il messaggio."
Dovrei dire 'trascinato', ma non lo dico.
A volte succede, e in questi casi è come
rimettere l'orologio all'ora giusta,
accorciare le distanze tra te e la verità,
come se stessi temperando una matita.
Ho visto la sagoma di Canella
in piedi dietro la finestra dell'ufficio.
Ho sentito Facciuomo ridere insieme a Philippe.
Nik e Docu brindare a qualcosa che sembrava
renderli felici.
Berlino sedeva al suo tavolo e a quel tavolo
ogni bicchiere raccontava una storia,
mentre alcuni nuovi forumisti
aprivano la porta dei loro topic per
guardare cosa stesse succedendo...
Il tizio continuava a ripetere "Perché?!...Perché?!..."
"Perché costruiamo porte affinché qualcuno
venga a bussarci" ho detto,
"E ponti,per raggiungere qualcuno che
dietro una porta chiusa aspetta
di sentircelo fare."
Il tizio continuava a ripetere "No,per favore!...No, per favore!..."
"L’uomo ammaestra le tigri perché saltino
attraverso anelli infuocati, non lo sapevi?" ha detto HB,
"E in realtà il nostro applauso consola
la sua incapacità ad ammaestrare il fuoco"
Il tizio continuava a non capire.
"E tutta quell'altra gente che per la strada
evita gli sconosciuti" ho aggiunto,
"E poi paga per mettere
un annuncio su un giornale porno
promettendo in cambio di una buona frustata
quel po’ di culo
e di anima
rimastagli"
Il tizio è caduto in ginocchio,
mentre la luna trasformava le sue lacrime
in diamanti.
"Quando non vogliono capire," ha detto HB
estraendo il coltello, "Giuro che mi si stringe
il cuore..."
"Lo so," ho detto io, "Ma conosci un'altra soluzione?"
A volte succede, e in questi casi
la verità è qualcuno che ti batte sulla spalla
sorridendo come un suonatore di banjo impazzito.
Il ventre di quel poveraccio si è aperto intorno al coltello
come un sacchetto di carne guasta.
La luna splendeva,il buio sembrava
il dorso di un puma dormiente.
"Torniamo dentro" ha detto HB, pulendo il coltello.
L'ho seguito.
Sulla porta, Danny fumava tranquillo.
Ce l'ha tenuta aperta, lasciandoci passare,
mentre chiedeva "Credete che tornerà?"
"Lui no di certo" ho risposto,
"Ma chiunque si sia preso la tua ispirazione
ha ricevuto il messaggio."
sabato 2 febbraio 2008
D.M.

Lilith che fuma in una dolce pioggia di luce
in piedi dietro una finestra chiusa,
aspettando Canella
ad un tavolo riservato,
mentre i musicisti occupano il palco
come gentili fantasmi...
I musicisti, i musicisti...
stanno accordando i loro strumenti
in una calda penombra che odora
di risate e nicotina...
Lui si allenta un poco il nodo della cravatta,
porta il bicchiere alla bocca
in un tintinnio ghiacciato,
per non smettere di macerare l'ugola
in un bagno di gloria...
La musica si sgranchisce le ossa
come risvegliandosi da un sonno secolare,
avvolgendo l'aria in un alito soffuso
bagnato di whisky e peccato...
Lui si avvicina al microfono,
si siede sul suo sgabello,
in una mano il bicchiere e nell'altra
un pugno di sogni già belli che morti,
ma la voce, la voce è la ragione di ogni cosa,
roba da fare invidia al Padreterno...
Il matrimonio della carne (parte seconda)
Alois, il mio macellaio, dice sempre che la sua fidanzata ha una visione del matrimonio pari a quella che aveva Hitler della Germania. Qualcosa che, con le dovute misure,durerebbe almeno 1000 anni.
"Tra l'altro è convinta che il matrimonio sia una specie di unione metafisica" dice.
"Tu non la pensi così?"
"Se penso ai miei genitori, mi viene in mente più un'associazione a delinquere"
Alois è il mio macellaio di fiducia. Noi clienti più affezionati lo chiamiamo "Il solista del batticarne".
"E' il concetto di famiglia, capisci?" ripete spesso, mentre il suo coltello fende la carne come la prua di una nave contro un mare cattivo, "La sua convinzione è che una famiglia possa essere rifugio e riparo, qualcosa in grado di elevarti ad un famigerato livello superiore..."
"Sì, capisco" gli ho detto, "Sembra di sentir parlare Charles Manson".
Alois è il quarto figlio di una famiglia numerosa il cui unico e solo imperativo è stato perpetuare la specie. A volte ho il sospetto che, mentre lavora, la carne che maneggia possa avere ai suoi occhi un nome e un cognome.
"Stammi bene a sentire:" mi ha detto l'ultima volta, "La famiglia è una specie di missione nello spazio e nel tempo, un viaggio verso galassie oscure e sconosciute che potrebbero nascondere ogni genere d'insidia. E' così che la vedo. Sbaglio?"
"Non so che dirti" ho risposto, "Non sono molto ferrato, in materia"
"Sai, non è mica il viaggio a preoccuparmi" mi ha detto.
"La possibile mancanza d'ossigeno?" ho provato.
Alois ha scosso la testa.
"Il fattore 'tempo'?"
Alois ha scosso la testa un'altra volta, mentre si puliva il sangue sul grembiule.
"Il senso di vuoto? La sensazione di una vertigine infinita?"
Il mio macellaio ha sorriso, staccando un quarto di manzo da un gancio nello stesso modo in cui chiunque di noi tirerebbe fuori una camicia da un armadio.
"La cosa che mi spaventa," ha detto, "E' l'equipaggio. E se poi ci scappa un ammutinamento?"
"Tra l'altro è convinta che il matrimonio sia una specie di unione metafisica" dice.
"Tu non la pensi così?"
"Se penso ai miei genitori, mi viene in mente più un'associazione a delinquere"
Alois è il mio macellaio di fiducia. Noi clienti più affezionati lo chiamiamo "Il solista del batticarne".
"E' il concetto di famiglia, capisci?" ripete spesso, mentre il suo coltello fende la carne come la prua di una nave contro un mare cattivo, "La sua convinzione è che una famiglia possa essere rifugio e riparo, qualcosa in grado di elevarti ad un famigerato livello superiore..."
"Sì, capisco" gli ho detto, "Sembra di sentir parlare Charles Manson".
Alois è il quarto figlio di una famiglia numerosa il cui unico e solo imperativo è stato perpetuare la specie. A volte ho il sospetto che, mentre lavora, la carne che maneggia possa avere ai suoi occhi un nome e un cognome.
"Stammi bene a sentire:" mi ha detto l'ultima volta, "La famiglia è una specie di missione nello spazio e nel tempo, un viaggio verso galassie oscure e sconosciute che potrebbero nascondere ogni genere d'insidia. E' così che la vedo. Sbaglio?"
"Non so che dirti" ho risposto, "Non sono molto ferrato, in materia"
"Sai, non è mica il viaggio a preoccuparmi" mi ha detto.
"La possibile mancanza d'ossigeno?" ho provato.
Alois ha scosso la testa.
"Il fattore 'tempo'?"
Alois ha scosso la testa un'altra volta, mentre si puliva il sangue sul grembiule.
"Il senso di vuoto? La sensazione di una vertigine infinita?"
Il mio macellaio ha sorriso, staccando un quarto di manzo da un gancio nello stesso modo in cui chiunque di noi tirerebbe fuori una camicia da un armadio.
"La cosa che mi spaventa," ha detto, "E' l'equipaggio. E se poi ci scappa un ammutinamento?"