Il mio macellaio - Alois - lui prima di fare il macellaio ha svolto svariati mestieri.
"Il più curioso," mi ha confessato una volta,"E' stato quello di ventriloquo. L'ho fatto per un par d'anni, sai?"
In effetti non lo sapevo. Ignoravo questa sua capacità che ai miei occhi ha sempre avuto un che di diabolico.
"Nel mio caso, di diabolico non c'era nulla" mi ha giurato, "Ma lo spettacolo funzionava alla grande. Io e il mio pupazzo andavamo davvero forte"
Gli ho confessato che i pupazzi dei ventriloqui mi hanno sempre fatto un'impressione sinistra. E' per via degli occhi, è soprattutto per quelli. Non rivelano la presenza di alcuna anima.
"S'è per questo," ha detto Alois, tranciando di netto le zampe di un capretto, "Anche la bocca non scherza. Hai presente quella smorfia vagamente atteggiata ad un ghigno? Beh, il mio pupazzo possedeva il ghigno più sinistro che riesci a immaginare..."
"Ok, ma di che genere di spettacolo si trattava? Le solite battute? Il botta e risposta e-"
"No" mi ha interrotto subito, "Niente del genere. Il mio pupazzo dialogava con me e io con lui ma di risate se ne sentivano ben poche, perché erano soprattutto i misteri ad interessarci"
"Che genere di misteri?" ho domandato.
"I misteri sono di un solo genere" ha detto Alois,"Non dirmi che non lo sai..."
Ho dovuto ammettere che la cosa mi sfuggiva. Un po' come le zampe del capretto, staccate dal resto del corpo come inutili ammenicoli senza più alcun senso.
"I misteri non sono altro che un unico, enorme, articolato disegno" mi ha spiegato il mio macellaio, "Ogni singolo mistero è solo parte di qualcosa di più grande,talmente grande da risultare incomprensibile in una sola volta. Voglio dire: devi procedere un passo alla volta, una fermata dopo l'altra, come una specie di via crucis...Hai presente Rennes-Le-Chateau?"
A questo punto sono sbiancato. Le mie mani hanno artigliato il bordo del banco e la mia bocca ha cercato un po' d'ossigeno, giusto il minimo indispensabile per continuare a tirare avanti ancora qualche minuto. E' stato allora che ho fatto il nome di Canella.
"Questo Canella è uno dei frequentatori del forum di cui mi hai parlato?" mi ha chiesto.
Ho fatto di sì con la testa.Ho rimesso insieme i pensieri e in poche parole gli ho raccontato del nostro Voyager e di ciò che rappresenta.
"Beh," ha detto Alois, "Questo Canella mi pare molto in gamba. Mi sembra che abbia colto nel segno".
"HB ed io abbiamo messo insieme alcuni pezzi del disegno di cui parli..."
"Avete fatto bene, ma dovete fare attenzione. Sono cose da maneggiare con cura. Cose che possono stordire e disorientare. Cose che molti potrebbero non capire. O per le quali non essere ancora pronti. Sai," ha detto Alois, "E' per questo che ho smesso di fare il ventriloquo. Io e il mio pupazzo cominciavamo ad essere, come dire...scomodi. Malvisti. In fondo credo che avessimo cominciato anche a fare un po' paura. Sai, quando dici certe cose e quelle cose finiscono con l'avere un senso - un senso che inquieta - la gente non è più così ben disposta nei tuoi confronti"
"Sì," ho detto io, "Questo lo capisco. In parte me ne sono già accorto"
Alois ha sorriso alla sua maniera. Ha gettato le parti inutili del capretto da qualche parte ai suoi piedi e si è ripulito del sangue.
"Che fine ha fatto il tuo pupazzo?" gli ho chiesto,"Lo conservi ancora?"
"Ah già, non te l'ho detto: non si trattava affatto di un pupazzo"
"Ah noooo?!"
"No, in realtà si trattava di un nano mio amico. Si sedeva sulle mie ginocchia e il gioco era fatto. E credimi, nessuno conosceva più misteri di lui".
"Un nano..."
"Già," ha detto Alois sorridendo, "E tu lo sai cosa si dice dei nani, no?"
Certo che lo so. Ma non è quello a cui state pensando.
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