Alois - il mio macellaio - lui mette il proprio lavoro tra le 5 cose più importanti della sua vita.
"Precisamente al 3° posto" ha specificato una volta.
Non ho domandato da cosa fossero occupate le prime due piazze, anche se una vaga idea me la sono fatta.
"Molti ti considerano un assassino, questo lo sai, vero?" gli ho detto.
Alois ha annuito. Lo ha fatto in maniera quasi solenne, come se si trattasse di una specie di saluto militare. Qualcosa di sacro e al tempo stesso di assolutamente ordinario.
"Immagino che a volte non sia facile," ho continuato, "Voglio dire, quando dici alle persone il mestiere che fai c'è sempre il rischio che qualcuno la prenda a male..."
"Molti pensano che un macellaio debba essere per forza un ignorante," ha detto Alois, battendo della carne con uno stile che mi ricorda Keith Moon, "Immagino che in certi casi sia vero. Per altri, poi, devi essere sicuramente un violento, altrimenti non staresti lì a tagliare, smembrare, dissanguare e tutto il resto...Ma un assassino...", ha alzato le spalle, "...Un assassino mi pare un po' troppo, se l'intendiamo dal punto di vista morale...Tecnicamente sì, ma per il resto...Mi sa che quelli esagerano..."
Lui quella parola non la pronuncia. Dice 'quelli', ma è sottinteso a chi si riferisca.
"Certo però che a rifletterci..."
"Cosa?" ho chiesto.
"Forse, in proporzione, ne ho ammazzati più io della Natura..."
"E questo come ti fa sentire?"
Alois ha fatto una smorfia. "Come uno che ha fatto il proprio lavoro"
Questa frase mi ha ricordato eventi storici passati sui quali ho preferito soprassedere. Il mio macellaio, in fondo, è una gran brava persona. Sa ascoltare, se può farvi un favore non si tira indietro, e non l'ho mai visto uccidere un animale senza prima assicurargli che un giorno si sarebbero rivisti in un mondo migliore.
Uno dei grembiali preferiti di Alois recita: "O io o loro", ma è solo una battuta, s'intende. Il mio macellaio prende molto seriamente ciò che fa.
"E quelli qui dentro non ci mettono piede," mi ha detto, "Perciò, come vedi, ognuno di noi se ne resta sulle sue posizioni e nella rispettiva porzione di campo. Perché tanto casino, allora?"
Gli ho confessato che dal mio punto di vista somiglia un po' ad un gioco a squadre: con la differenza che le nostre tattiche sono molto più semplici.
"Allora vinciamo noi" ha detto Alois.
"Probabile," ho risposto, "Ma loro - i vegetariani - non si daranno per vinti tanto facilmente"
Il mio macellaio ha sorriso. Sul banco, una testa d'agnello sembrava fare la stessa cosa. Per un istante mi sono sembrati complici.
"In un modo o nell'altro, tutti noi introduciamo carne nel nostro corpo," ha detto Alois, "La sola differenza è che in certi casi è morta".
Ho fissato quella testa d'agnello con la bocca aperta e quella specie di sorriso in mostra. Per un istante è sembrata dirmi la stessa cosa.
"Tu credi che gli animali possiedano un'anima?" ho domandato.
"Non lo so," ha risposto il mio macellaio, "Ma so per certo che molti di loro conducono una vita infelice."
E detto questo si è slacciato il grembiale, ci si è pulito le mani, da sotto il banco ne ha tirato fuori un altro indossandolo in pochi istanti.
"Tu non credi che possa essere vero?" mi ha chiesto indicandolo con un dito.
Il grembiale diceva: "Non spaventatevi: è solo semplice eutanasia"
E la testa d'agnello continuava a sorridere come se fossero arrivate le feste...
Nessun commento:
Posta un commento