Quel paracadutista...gli affetti a pezzi, stempiato e con un
plico di multe non pagate,
più o meno a metà del lancio
fissò dritto oltre un palazzo in costruzione decidendo
che non era più il caso di andare avanti,
insomma ci ripensò, e non aprì
il paracadute
ma
allargando le braccia volò più su fino
al portello dell'aereo ancora aperto,
rientrò dentro, si sedette, si tolse casco e
guanti e disse "No cazzo, stavolta nessuno
mi butterà giù..."
e l'aereo proseguì il suo volo per circa
quattro miglia ancora e poi
cadde...
Una maledetta storia vera, dissi.
"Mi prendi per stupida?!" disse lei,
"Pensi che sia una sciocca?! O una bambina?!"
"E' tutto vero," insistetti, "Potrei giurarlo. E' normale che
né tu nè altri ne sappiate niente, perché
l'aereo è esploso come una bottiglia di vetro in picchiata sul
pavimento della cucina, ma io ero là e ho visto
tutto..."
"Ma non mi dire..."
"E' tutto vero," ripetei, "Potrei giurarlo. Senti, non so come
quel tizio abbia fatto, ma so che l'ha fatto e questo
è quanto".
"E tu davvero credi che me la beva?!"
"Beh, non sarebbe il primo uomo ad aver ritrovato
un po' di coraggio e ad aver
pagato per
averlo fatto".
In quel momento udimmo un aereo
sfrecciare sopra le nostre teste.
Istintivamente alzai lo sguardo,
ma non abbastanza in fretta per vederlo
e lei allora
sollevò un braccio e frugando
nell'aria malata
l'acchiappò per la coda
e tenendolo stretto tra le dita
lo scaraventò lontano
mandandolo in pezzi con un fragore terribile
mentre la città si piegava su un fianco
alzando un poco una gamba per
pisciare meglio.
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